L'arte al servizio della nobiltà
Dal plateresco alla più pura essenza italiana
A partire dalla fine del XV secolo e per tutto il secolo successivo Baena vide l’erezione di chiese, cappelle e manieri che si mostravano come simboli di prestigio dell’élite locale.
La caduta del regno di Granada, ultimo bastione musulmano della penisola, comportò un cambio di abitudini in una nobiltà che non avrebbe più manifestato il proprio prestigio attraverso l’esercizio delle armi ma come grandi mecenati che, attraverso l’arte, ne avrebbero perpetuato la memoria nelle popolazioni legate ai loro titoli. I signori di Baena, duchi dal 1566, svolgeranno un intenso lavoro sia nell’adattamento sontuoso del loro vecchio castello, sia nella cappella maggiore di Santa María e, in modo del tutto speciale, nel monastero di Madre de Dios, fondata dal terzo conte di Cabra all’inizio del sec.
Sebbene di questo periodo si siano conservate solo poche vestigia di architettura civile, all’interno dell’arte sacra possiamo apprezzarne un vasto esemplare, tra cui spicca la splendida pala d’altare maggiore della chiesa conventuale domenicana. Opera importata dall’Italia, presiede l’abside del tempio in cui si trova anche un grande manifesto in bronzo e lapislazzuli e un’interessante collezione di dipinti, tra cui due tele manieristiche della bottega di Jacopo Bassano. La pala delle reliquie, gli stalli del coro e la grata della cappella maggiore di questa stessa chiesa; la grata della cappella del conte di Cabra, la pala d’altare in gesso del Tabernacolo e il portale, anch’esso plateresco, del vecchio archivio, a Santa María la Mayor, così come la collezione di grate delle chiese di San Bartolomé e Nuestra Señora de Guadalupe, fanno parte di questo splendido complesso artistico.